22 ottobre 2021
IL PROGETTO

Cosa vuol dire 'L’altro centro di Trento?'

Storicamente, il sito ex Opel, era considerato parte integrante della grande area direzionale di via Brennero. Zona di parchi commerciali, di servizi pubblici e di uffici, di industrie e di imprese, ben distinta dal vicino centro città.
Quest’area, quindi, poteva sembrare il luogo perfetto per la nuova Cittadella Poli, che in parte sarebbe andata a svolgere le medesime funzioni.

In parte, appunto. Ma non solo.

La Cittadella, infatti, non voleva essere uno spazio “mordi e fuggi”, votato solo al consumo. Voleva essere un luogo di aggregazione, vissuto durante tutte le ore della giornata, nel quale le persone potessero sì trovare i servizi di cui avevano bisogno ma, al contempo, anche uno spazio per l’incontro e la relazione.

Dal punto di vista progettuale abbiamo perseguito questo obiettivo sviluppando La Cittadella come una vera e propria parte di città: l’altro suo centro, in grado di dialogare con il contesto urbano nel suo complesso.
Per farlo abbiamo lavorato sulla permeabilità del complesso, cioè sulla sua capacità di essere teatro di relazioni a 360°, non solo all’interno del suo perimetro, ma anche con l’intorno.

L’elemento architettonico più rappresentativo di questo approccio è il cosiddetto Cannocchiale, vero simbolo de La Cittadella, che agisce come grande punto di raccordo: interno tra le diverse parti del costruito, ed esterno tra tutti i flussi pedonali che attraversano il complesso.

Con i suoi spazi ariosi e le sue altezze, il Cannocchiale costituisce di fatto la porta d’accesso a La Cittadella e ospita l’intero sistema di collegamenti tra le diverse funzioni.
Si differenzia a colpo d’occhio dal resto del costruito: non si sviluppa in direzione nord sud come gli altri corpi di fabbrica del complesso, ma risulta leggermente ruotato, in modo da rivolgersi alla città, al visitatore che proviene dal centro.
L’unicità del Cannocchiale emerge anche nella scelta dei materiali e delle cromie dei rivestimenti: vetrate a tutta altezza, che consentono la massima permeabilità visiva sull’interno, e corian bianco, un materiale estremamente duttile, candido, liscio e piacevole al tatto, di facile manutenzione ed estremamente duraturo nel tempo.

Al contrario, i due corpi di fabbrica che affiancano il Cannocchiale sono improntati ad un’estrema sobrietà compositiva, con tagli di luce sul fronte ad alleggerire il rigore e la solidità delle geometrie. Una differenziazione che è stata ricercata anche per la scelta dei rivestimenti: se il Cannocchiale è bianco e compatto, gli edifici sono rivestiti in vetro laccato, un materiale cangiante, che fa assumere alle facciate sfumature di colore diverse durante il corso della giornata, dando l’impressione di superfici in continuo movimento.
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